sabato 3 maggio 2014
IL GRUPPO UNDER 19 QUALIFICATO ALLE FINALI DI UDINE ECCO IL COMMENTO DEL COACH ANDREA SCHIAVI
L'interzona di Pesaro per il Supergruppo del Campus è stato un momento certamente molto importante della stagione in corso. La qualificazione alle Finali Nazionali di Udine è l'occasione perfetta per sentire le parole di valutazione di Andrea Schiavi, responsabile del progetto, che ci può raccontare con dovizia di particolari l'esperienza vissuta.
Allora coach, vi aspettavate questa qualificazione? Il sogno fin dalla scorsa estate era quello. Sapevamo che il gruppo poteva avere delle alte potenzialità tecniche, c'era però il problema di far connettere al meglio le risorse umane a disposizione. Dopo un percorso certamente non semplice siamo arrivati ad avverare il sogno di una qualificazione che premia in primo luogo il miglioramento di questi ragazzi e la loro capacità di essere resilienti. Le vittorie e le sconfitte nelle partite a livello giovanile contano relativamente. Se però in campo si vedono giocatori che giocano meglio della volta prima e questo porta a vincere delle gare e delle gare importanti come quelle giocate a Pesaro, allora, sono convinto che la strada sia quella giusta.
Ci racconti di questo percorso allora. Le partite del girone di andata della prima fase ci sono servite molto per conoscersi. Assemblare quattro annate diverse (dal 95 al 98 ndr) con giocatori proveniente da realtà diverse, con modi diversi d'intendere il gioco, e con un allenatore conosciuto ma di fatto estraneo alle dinamiche interne, non ci ha facilitato. Le belle vittorie in casa con PMS e Biella ci hanno però dato la misura della nostra potenzialità e dopo aver sofferto tanto in trasferta con le sconfitte in volata di Genova (dopo over time), di Casale M.to e di Milano, le prime vittorie a Borgomanero e soprattutto a Biella, ci hanno letteralmente fatto cambiare mentalità. I ragazzi hanno sempre di più preso coscienza dei propri mezzi.
La sconfitta con Desio all'ultima giornata della prima fase poteva compromettere tutto quanto? In effetti prima di quella partita si pensava di più ad un potenziale quinto posto piuttosto che a qualificarsi grazie al risultato di altre squadre, come poi è stato (vittoria di PMS su Biella ndr). Quel meno 33 in casa con le tribune del Campus piene di amici venuti a sostenerci ci ha fatto davvero male. Alla luce di quanto successo nelle ultime ore è andata bene così, però, abbiamo rischiato grosso. Da una quasi eliminazione siamo arrivati allo spareggio con la squadra di Pesaro. Non è stato facile. Contro la Siviglia abbiamo faticato veramente parecchio prima di giocare almeno in parte come avevamo fatto nelle settimane prima. Grazie allo sforzo di tutti è andata bene.
Eccoci arrivati all'interzona con che motivazioni? Entrando dalla porta di servizio dello spareggio non avevamo nulla da perdere. In realtà sapevamo benissimo che era il nostro atteggiamento e la nostra voglia di fare le cose fatte bene che poteva far cambiare il risultato finale. A contrario di altri ci siamo preoccupati di più di cercare dentro di noi le risorse e la forza per superare gli ostacoli, non guardando troppo agli avversari. Il calendario a Pesaro ci ha certamente facilitato perchè incontrare la Virtus Siena senza Oliva (il suo miglior giocatore ora in America), con Martino in condizioni fisiche deficitarie e con il lungo Severini rientrato da poco dal torneo di Mannheim è stato un bel vantaggio. La prima vittoria ci ha rinfrancato e ringalluzzito. I primi minuti della partita con Siena, 10 a 0 con due schiacciate e tanta energia messa in campo è stato un segnale importante per tutti quanti.
Poi vittorie con Trento, sulla carta la favorita del girone, e con gli eterni rivali di Desio? Siamo stati bravi e fortunati. Bravi perchè abbiamo espresso il nostro gioco al massimo, divertendoci a giocare a pallacanestro. Fortunati perchè Trento nella prima gara con Desio ha speso tantissimo e l'energia spesa nella loro prima partita ha pesato a mio parere il giorno successivo. Trento ha preparato la gara concedendo poco ai nostri esterni e la bella partita di David Crespi, insieme ai minuti preziosi in campo di Giordano Pagani (del 98 ndr) hanno fatto tutta la differenza del mondo. La partita con Desio era la classifica rivincita che non ti può scappare di mano. Un altro inizio folgorante ci ha aiutato ancora tantissimo nella gestione delle risorse fisiche e mentali. La gara con la squadra di Davide Villa, nonostante il più 21 finale è stata molto combattuta e Desio a parte nei primi otto minuti ha giocato molto bene come al solito. Qui a parte lo show balistico di Federico Vai (6/10 da tre ndr) e la concretezza di Piccoli vorrei segnalare i quaranta minuti di grande efficacia di Luca Moalli. Per lui davvero una grande interzona.
E adesso cosa succede? Succede che abbiamo tre settimane di tempo per prepararci a livello fisico e mentale per sostenere delle vere e proprie battaglie contro squadre più attrezzate, più organizzate e più forti di noi. Non so quello che succederà a Udine, ma se la condizione psico-fisica sarà quella di Pesaro avrei del timore ad incontrare gente folle e poco prevedibili e che soprattutto si diverte a giocare insieme a basket. Non so se questo basterà per vincere una partita. Ci proveremo con la dovuta umiltà. Cercheremo di dare il meglio con tutte le nostre forze, come abbiamo sempre fatto nelle gare di campionato.
Cosa vi ha insegnato questa storia a lieto fine? Come detto a settembre eravamo un cantiere aperto e le difficoltà in certi frangenti sono state evidenti. Ancora oggi su certi aspetti dell'attività questi ragazzi devono migliorare la loro capacità di concentrazione e di focalizzazione di alcuni obiettivi. Purtroppo per cambiare certe abitudini si fa fatica e a volte non basta nemmeno solo la volontà. Lo sforzo nelle persone che hanno resistito c'è stato e di questo ne siamo orgogliosi e felici. Qualcuno più famoso di me diceva "Dai tutto, avrai tutto"... ecco forse la frase che potrebbe racchiudere passato, presente e speriamo futuro della nostra attività. Proveremo a dar seguito alla nostra passione cercando di migliorare ancora le cose e le persone.
A livello personale un altra Finale Nazionale raggiunta? Dopo il passaggio da Bergamo speravo tanto di poter proseguire il buon lavoro svolto dagli allenatori di Varese negli anni scorsi su questi ragazzi. In questo mi hanno aiutato tantissimo, oltre al fidato dirigente Silvano Tavian, sia Bruno Bianchi che Paolo Conti, veri angeli custodi di un attività immensa, variegata e a tratti anche complessa come quella della gestione di un supergruppo. In più un ringraziamento speciale va a Romano Pagani perchè di fatto molti dei giocatori Under 19 sono stati allenati da lui da gennaio in poi con l'inserimento in DNB, visti i mille problemi fisici avuti dalla Robur. Molta di questa qualificazione è anche sua. Riportare Varese ad una Finale Nazionale Under 19, è una cosa che ci riempie d'orgoglio. Varese si merita di stare nell'elite del basket giovanile perchè ha una storia, una tradizione e tanti "numeri" per starci.
Qualche rammarico particolare? Forse quello di non essere riuscito a convincere tutti che l'attività che stiamo facendo è un giusto percorso di crescita per gli Atleti, Famiglie, Staff e Società. Gianni (Asti ndr) avrebbe apprezzato. Ci manca molto.
A metà maggio ci sarà l'interzona anche per il gruppo Under 17. Che prospettive? L'interzona di Assisi contro San Lazzaro, Lidi di Roma e la vincente tra Firenze e Potenza sarà il momento chiave della stagione per gli Under 17. In quelle partite di spareggio non si possono commettere errori di atteggiamento e gli avversari sono tutti di buon livello. Sarà quindi necessario arrivare carichi con la giusta concentrazione, sfruttando il trend delle ultime buone prestazioni nel girone in Lombardia, ma stando attenti a non considerare che qualcosa ci sia dovuto.
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